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2.2
Il gioco dell’imitazione
Secondo te le macchine possono pensare? Nel 1950 il matematico Alan Turing si pone la stessa domanda e per darsi una risposta inventa un esperimento, che è anche un gioco.
Un uomo e una donna si trovano in una stanza, mentre una terza persona – chiamiamola il giudice – è in un’altra stanza separata da loro. Il giudice non può vederli né sentirli: può comunicare separatamente con ognuno di loro soltanto tramite messaggi scritti a macchina. Il compito del giudice è indovinare chi dei due sia la donna. Ma non è facile, perché in questo gioco entrambi devono convincerlo di essere loro la donna: lei senza bisogno di mentire, lui obbligato a farlo per imitare il modo di conversare di una donna. Ecco perché Turing lo chiama il “gioco dell’imitazione”.
Ora arriva la parte difficile.
Turing si chiede: cosa succederebbe se mettessimo una macchina al posto dell’uomo? Sarà più o meno brava di lui a far finta di essere una donna? Secondo Turing, quando una macchina saprà giocare al gioco dell’imitazione bene quanto un uomo, allora potremo dire che è in grado di pensare.
In questa sezione della mostra puoi provare una versione rivisitata del test di Turing. Se ChatGPT vince nel gioco dell’imitazione, credi che sia davvero in grado di pensare?