4.1 Eugene, le uova e il bacon

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Eugene, le uova e il bacon

Suona il campanello. Eugene, un adorabile ottantenne che ha appena finito la sua colazione a base di uova e bacon, apre la porta: “mi chiamo Jennifer, sto facendo un’indagine sulla memoria, posso porle qualche domanda?” Eugene fa accomodare la ragazza e – mentre si cucina uova e bacon – comincia a rispondere alle sue domande: le descrive la casa in California in cui aveva vissuto in gioventù, poi le racconta del viaggio fatto in Australia.
Poco dopo aver finito di mangiare uova e bacon, confessa a Jennifer di avere fame, quindi si alza, va in cucina e si prepara uova e bacon, mentre – sempre su richiesta di Jennifer – ripete nel corretto ordine una lista di 5 animali elencati pochi secondi prima dalla ragazza.
Molte altre cose però Eugene non le ricorda: non ricorda la propria età, si scusa per non riconoscere nessuno nelle foto che gli vengono mostrate (i propri nipoti), né la stessa Jennifer, sebbene sia stata a casa sua circa 200 volte negli ultimi anni. Eugene Pauly, noto come “paziente E.P.”, non ricorda nemmeno di soffrire di una forma di amnesia causata da un’encefalite virale che fa sì che – tra le altre cose – continui a mangiare in continuazione perché non si ricorda di averlo già fatto.
Un giorno però Eugene scompare. La moglie lo cerca ovunque, allerta amici e vicini temendo che si sia perso, e quando rientra in casa per chiamare la polizia lo trova seduto alla sua poltrona, con le dita appiccicose di resina. Capisce così che Eugene è andato (e tornato!) da solo a fare il solito, lungo giro fino alla pineta. Il giorno dopo Jennifer ed Eugene ripercorrono insieme la stessa passeggiata e prima di rientrare, alla domanda su quale fosse casa sua, Eugene risponde impacciato: “Non lo so”. Salvo poi imboccare con decisione il vialetto giusto, aprire la porta e sedersi sul divano.
Un po’ come il paziente TN, che attraversa un corridoio schivando gli ostacoli pur essendo cieco, perché vede senza esserne consapevole, anche Eugene ricorda senza esserne consapevole: sa dov’è casa sua senza sapere di saperlo, e non sa dire quale stanza di casa sua sia la cucina, ma sa dove andare se vuole farsi un piatto di uova e bacon.